sábado, 31 de maio de 2014

MODERNISMO: Il libro DON ORIONE NEGLI ANNI DEL MODERNISMO

Dom Orione : “Queremos Jesus Cristo! Queremos Jesus. Sem Ele nada podemos fazer. Nós queremos Jesus e Jesus todos os dias; e não fora de nós, mas dentro de nós, não só espiritualmente, mas sacramentalmente...





Ao se pensar e se analisar a vida de um sacerdote santo, se procuram, imediatamente, os alicerces sobre os quais se fundou a sua vida. Um homem de Deus só pode ter construído sua casa sobre uma rocha sólida e segura. Um padre que admirou profundamente São João Maria Vianney foi justamente nosso São Luís Orione: um santo admirando e seguindo as virtudes heróicas de outro santo. Os dois se destacaram pelo grandioso amor à Eucaristia e às almas. Não é possível entender a caridade e a obra de São Luis Orione sem relacionar intimamente sua pessoa com a Eucaristia, ponto central de sua espiritualidade.
As raízes de sua intensa relação com Cristo partem da Eucaristia celebrada todos os dias, adorada por horas e horas e vivida no serviço humilde aos irmãos mais pobres. Ele afirma: Ele será a vida, o conforto e a felicidade nossa e daqueles que a sua mão conduz.”
Dom Orione viveu intensamente como “sacerdote capaz de vencer todas as tensões dispersivas nas suas jornadas, encontrando no sacrifício eucarístico, verdadeiro centro da sua vida e do seu ministério, a energia espiritual necessária para enfrentar os diversos desafios pastorais. O seu dia era verdadeiramente eucarístico.”
A celebração da sua Missa era um momento único, conforme testemunhos. Momento único de contemplação no qual se instaurava uma relação particular com o Senhor e uma insólita fraternidade com quem dela participava.
Tão diferente daquelas missas com “canto barulhento, com instrumentos ruidosos, os microfones altíssimos, não facilitam a oração, mas impedem o espaço de silêncio, de serenidade contemplativa”, dos quais tanto reclama a poeta Adélia Prado. Ela contrapõe: “a missa é como um poema, não suporta enfeite nenhum. A missa é a coisa mais absurdamente poética que existe. É o absolutamente novo sempre. É Cristo se encarnando, tendo a sua paixão, morrendo e ressuscitando.” Ainda segundo a poeta: “a palavra foi inventada para ser calada. É só depois que se cala que a gente ouve. A beleza de uma celebração e de qualquer coisa, a beleza da arte, é puro silêncio e pura audição”. Cremos que ela se sentiria bem participando de uma Celebração presidida por Dom Orione. Nos nossos tempos de Seminário menor em Guararapes, o saudoso Pe. João Porfiri, sempre nos falava da concentração que Dom Orione mantinha durante a Santa missa, cada palavra bem pronunciada e devagar, como se o tempo não importasse, ou melhor, importasse demais, porque o tempo era aquele único e necessário. E Pe. João acrescentava: “depois (a missa era rezada de costas), na hora da homilia, ele se virava prá nós e então nossos olhares continuavam fixos nele bebendo cada palavra.”
Se naquele que instituiu a Eucaristia, marcada por despedidas e certezas de traições, não se perdeu a noção de sacrifício, de entrega, de oração; se Santo Inácio de Loyola nos últimos anos de sua existência, não conseguia terminar a celebração porque se emocionava chegando às lágrimas diante do Mistério eucarístico; sem citar outros santos e místicos, porque não nos sentimos assim na obrigação de celebrar bem e cada vez melhor?
Além do mais, tanto em Dom Orione como no Cura D’Ars, além do amor à Eucaristia, se percebe também um zelo particular pela salvação das almas, traduzindo tudo nos seus gestos e nas suas atitudes. Diante do tabernáculo estava sempre acesa aquela fornalha que alimentava a sua vida. É da Eucaristia que nasce em Dom Orione aquele dom profético de caridade que continua enriquecendo através dos tempos o caminho da Igreja: outra inspiração para celebrarmos bem a missa e para vivermos como se estivéssemos celebrando.



* Texto adaptado de “Il cuore della vocazione sacerdotale: L’eucaristia”, de Gianni Castignoli, publicado na revista Don Orione Oggi de luglio / agosto 2009; sobre a poeta Adelia Prado, ver artigo


DON ORIONE NEGLI ANNI DEL MODERNISMO

MODERNISMO: Il libro DON ORIONE NEGLI ANNI DEL MODERNISMO
Autore : M. BUSI, R. DE MATTEI, A. LANZA, F. PELOSO
Pubblicato su : Jaca Book, Milano, 2002
Il 1° marzo 2002, presso la sala AVE, di Via della Conciliazione 12, ROMA, durante una conferenza stampa è stato presentato il libro DON ORIONE NEGLI ANNI DEL MODERNISMO. Dopo gli interventi di Don Giovanni D'Ercole (giornalista) del Prof. Roberto de Mattei (professore di storia moderna) Domenico Del Rio (giornalista) e Don Flavio Peloso (segretario generale e postulatore degli Orionini) è stata distribuita la seguente Scheda di presentazione.
In questa pagina:
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
PER AVERE IL LIBRO

Consulta:
NOTE DI LETTURA di Giovanni Sale, Alberto Cova, Giuseppe Tuninetti

SCHEDA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO


M. Busi, R. de Mattei, A. Lanza, F. Peloso
DON ORIONE NEGLI ANNI DEL MODERNISMOEd. Jaca Book, Milano 2002, p.376 [23 euro]



Il Beato Luigi Orione appartiene al novero di quelle figure storiche di inesauribile profondità, che rivelano aspetti nuovi ed inediti ogni volta che si tenta di penetrarne il pensiero e la personalità.
Il libro che presentiamo, Don Orione negli anni del modernismo, tratta solo un aspetto e un momento della vita e dell’opera di Don Orione, eppure, malgrado si tratti di un volume di 376 pagine, frutto della approfondita indagine di quattro specialisti, il tema trattato, è ben lungi dal poter dirsi esaurito.

Presentando quest’opera, ricchissima di notizie e documenti, è bene anche confessare questo limite, se tale può definirsi, al fine di sgombrare subito il campo da ogni equivoco. Don Orione negli anni del modernismo è un libro che offre un importante contributo allo studio del pensiero e dell’azione di Don Orione sullo sfondo di una delle pagine più controverse della storia della Chiesa del Novecento; lo scopo dell’opera però non è quello di chiudere il dibattito, ma eventualmente di aprirlo, dando occasione, come ci auguriamo a nuovi studi e approfondimenti su questo cruciale argomento.
Il tema dei rapporti di Don Orione con molti dei protagonisti del “modernismo” è stato infatti trattato a volte su limitati documenti, in maniera sbrigativa, con il rischio di arrivare a conclusioni riduttive, perché non sempre suffragate da un adeguato supporto documentario e da una adeguata conoscenza biografica del protagonista. Il libro, di scrittura scientifica ma di agevole lettura, edito dalla Jaca Book di Milano, aiuta a ricostruire questo quadro complesso sulla base di documenti di prima mano, tratti per lo più dall’Archivio Don Orione di Roma. E’ attento nella contestualizzazione ed equilibrato nelle valutazioni.


GLI AUTORI

Gli autori sono quattro studiosi di storia della Chiesa che, con l’apporto di Annibale Zambarbieri, hanno coordinato e confrontato lo studio della materia. Si tratta di Roberto de Mattei, professore di Storia Moderna, all’Università di Cassino, autore di numerosi volumi, tradotti anche all’estero, tra cui una recente biografia di Pio IX; don Flavio Peloso, segretario generale e postulatore della Congregazione orionina, direttore della rivista di studi “Messaggi di Don Orione” e autore di molti studi dedicati al Beato Luigi Orione; don Antonio Lanza, archivista e storico dell’Opera Don Orione ed autore anch’egli di numerosi aggi e articoli dedicati alla storia della Congregazione; Michele Busi, redattore dell’editrice La Scuola di Brescia e collaboratore dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


STRUTTURA E CONTENUTI

La corposa Introduzione (p.13-28) del volume, scritta con la competenza di Annibale Zambarbieri, e la Nota (p.349-352) di Lorenzo Bedeschi su “Le corrispondenze calabro-messinesi di don Orione all’Unità Cattolica” arricchiscono l’interesse complessivo dell’opera. Il volume è completato da una raccolta Documenti (p.319-348), la maggior parte dei quali inediti, che offrono una significativa scelta di corrispondenza tra Don Orione e personaggi rilevanti del suo tempo, quali il Cardinale Merry de Val, padre Giovanni Semeria, Ernesto Buonaiuti, don Brizio Casciola, Romolo Murri. Il libro è corredato infine da un’ampia Bibliografia (p.353-359) e da un ricco Indice dei nomi (p.361-373) che costituiscono preziosi strumenti per chi voglia approfondire gli studi in questo settore.

Ma vediamo più da vicino i contributi. Il primo studio, “Modernismo e antimodernismo nell’epoca di Pio X” (p.29-86) del prof. de Mattei, ha lo scopo di tracciare le grandi linee del dibatttito tra modernismo ed antimodernismo che aprì il Novecento e nel cui contesto si colloca l’attività di don Orione a Messina negli anni tra il 1909 e il 1912. Il prof. de Mattei utilizza la più recente bibliografia italiana e straniera, senza limitarsi tuttavia a ripeterne le conclusioni: attraverso la figura di don Orione, il suo saggio vuole ridefinire storicamente e concettualmente le stesse categorie di modernismo e di antimodernismo.
Flavio Peloso interviene nel volume con due saggi: nel primo, “Una rete di rapporti” (p.87-122), illustra le relazioni di don Orione con importanti personalità ecclesiastiche e laiche coinvolte nei problemi del modernismo. In una rapida ma puntuale carrellata, dopo le figure “istituzionali” di Pio X e del cardinale segretario di Stato Merry del Val, incontriamo noti e meno noti esponenti del movimento modernista, o comunque ad esso vicini, quali Romolo Murri, Tommaso Gallarati Scotti, padre Alessandro Ghignoni, padre Giovanni Genocchi, Antonio Aiace Alfieri, Antonio Fogazzaro, padre Mattia Federici, padre Giovanni Minozzi, don Carlo Testone, mons. Francesco Faberi.
Tre importanti personaggi sono trattati con saggi a parte nel volume: le 100 pagine del saggio di Antonio Lanza sono dedicate a “Don Orione e Padre Semeria. Una lunga e fraterna amicizia” (p.124-222), sviluppata per oltre trent’anni, dalla fine Ottocento fino al 1931, anno della morte del barnabita. Sui rapporti tra “Don Orione e Buonaiuti” (p.223-265) si sofferma don Flavio Peloso portando alla luce soprattutto l’aspetto umano e spirituale della vicenda, mettendo a disposizione documenti inediti conservati nell’archivio orionino; particolarmente rilevante è la ricostruzione del tentativo di reintegrazione ecclesiastica del “Pellegrino di Roma” attuata nei mesi di ottobre-dicembre 1928. L’ultimo saggio, “Don Luigi Orione e Don Brizio Casciola” (p.267-317), di Michele Busi, studia in particolare una fase cruciale del rapporto del prete tortonese con delle più eminenti e controverse personalità sacerdotali negli anni che vanno dal 1914 al 1917.


L’ORIGINALE COLLOCAZIONE DI DON ORIONE

C’è da chiedersi se dai diversi saggi emerga un filo conduttore comune. Questo filo conduttore può essere individuato nella costante e originale posizione di don Orione negli anni del modernismo. Come tutte le grandi personalità, è difficilmente riconducibile ad etichette storiografiche come quelle che di volta in volta gli sono state appiccicate, quali quelle di modernista o di antimodernista.
Modernista o filomodernista don Orione certamente non fu: ogni equivoco è definitivamente sgombrato dai risultati di questa ricerca.
Antimodernista? Lo fu a modo suo. Il suo, infatti, non fu un antimodernismo per così dire “primario”, ma la logica conseguenza di una “schietta fede papale” apertamente vissuta, professata e proclamata.

La fedeltà al Papato e alla Chiesa di Roma, infatti, è al centro del sentire ecclesiale di don Orione e costituisce il fine precipuo dell’opera da lui fondata. Proviene, si badi, da un atto di fede teologica e non da una ideologia o calcolo strategico. Don Orione coglie l’importanza della dimensione istituzionale del Papato che egli afferma, difende e promuove non solo di fronte al modernismo, ma anche in altri momenti storici di fronte ad altre questioni che toccano l’unità della Chiesa, ruotante attorno al suo “cardine nel mondo”, il Romano Pontefice. Quindi, anche la sua attitudine di fronte al modernismo e ai “modernisti” non fu tanto per “separare” onde evitare confusioni e minacce – opera pur necessaria – quanto piuttosto quella di “unire”, sul piano di una calorosa umanità-carità di cui era campione, nel massimo di comunione possibile, premessa per ulteriori e imprevedibili sviluppi di unità, come avvenne in molti casi quali quelli di Casciola, Murri, Federici e altri.
Don Orione ebbe la fiducia della Santa Sede, che mai dubitò della sua ortodossia, e contemporaneamente si guadagnò la fiducia degli “erranti” che si affidarono alla sua “sconfinata e pronta al soccorso bontà” (Buonaiuti, p.259). Questa opera di dialogo fu intenzionalmente voluta da Don Orione (cfr. Coari, p.228), permessa e talvolta incoraggiata da Pio X, che, come ricorda Gallarati Scotti, ebbe in lui piena fiducia “lasciandogli tutte le libertà nei suoi rapporti con queste anime turbate” (p.284).

Dall’indagine degli eventi e dagli “squarci d’anima” documentati nel libro, emerge che fu la superiore tensione interiore – che possiamo anche chiamare carità o santità – a permettere al discreto ed efficace “tessitore di rapporti” di trovare il delicato punto di equilibrio tra il rigore dottrinale e la carità verso il prossimo, altrimenti risolvibile in compromesso, daltonismo psicologico o dissociazione interiore.
La chiave esistenziale dell’atteggiamento di Don Orione negli anni del modernismo sta nel “Veritatem autem facientes in Charitate” (Ef. 4, 15) di san Paolo, a proposito del quale don Orione scrive: “Vivere la verità nella carità, operare cioè sempre secondo gli insegnamenti della fede, che contiene la verità rivelata, sotto l’impulso della carità, fedeli alla verità, ma in una volontà e spirito di santo amore, di carità”. Per questo, poi esorta: “Anche quando ti alzerai paladino di rettitudine e della verità, segui l’ammaestramento dato da san Paolo ai cristiani di Efeso: Facere veritatem in charitate. E perché? Perché Deus charitas est”.
Nella figura di Don Orione si riflette, come in un prisma, quella della Chiesa stessa che, come ha scritto don Flavio Peloso, “nella sua manifestazione di uomini e di azioni è magistra inflessibile fino alla durezza nella custodia della verità consegnatale e, insieme, mater fiduciosa che non abbandona i propri figli attraverso l’azione di altri suoi figli” (p.265). * Il libro è presente in tutte le librerie.
* Può essere richiesto a Ufficio Stampa Orionino: Via Etruria 6 00183 Roma (E-mail: uso@pcn.net)
* Per acquisto in internet: Don Orione negli anni del modernismo

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