sábado, 26 de outubro de 2013

Gesù : mostra che bisogna parlare con me, che non bisogna lasciarmi solo nei vostri cuori...il mio Cuore è aperto: che entrino e vi rimangano.


30 luglio 1941 –

«Hai qualcosa da raccontarmi stasera? Ti hanno chiesto qual è la tua missione?».

“Signore, sono troppo piccola per avere una missione.

«Le fanciulline possono avere delle commissioni da fare: mostra che bisogna parlare con

me, che non bisogna lasciarmi solo nei vostri cuori.

Marta, Maria e Lazzaro mi stavano vicini nel loro palazzo, si occupavano di me.

Non credi che io li abbia bene accolti nel mio Palazzo celeste?».

15 agosto 1941 – Dopo la processione. Chiesa vuota.

«Io sono come il padrone di casa che guarda i suoi saloni quando tutti gli invitati se ne

sono andati.

Questi invitati saranno fedeli? Hanno capito la festa? Saranno riconoscenti, o si

burleranno del loro ospite? Eppure, il padrone di casa ha messo tutte le sue ricchezze a

loro disposizione…

Tu, che sei venuta a me così presto, entra nelle mie stanze intime; quelle stanze in cui si

lascia che venga la sera, e poi la notte, senza accorgersi che le ore sono scivolate, tanto il

Cuore ha ascoltato l’altro cuore e ha ricevuto le parole come luci…

Così si giunge al mattino in cui la vita riprende come in un amore nuovo.










20 agosto 1941 – Lui, da una croce:

«Siccome i miei piedi sono immobilizzati e forati, io non posso più andare a cercare i

peccatori!

Siccome le mie braccia sono tenute distese, io non posso più stringerli al mio petto…

Ma il mio Cuore è aperto: che entrino e vi rimangano.

Di’ loro che la mia croce è conficcata profondamente per attenderli tutti attraverso i

secoli.

O miei poveri peccatori, che amo!...».

28 agosto 1941 –

«Lo zelo? Non è affannarsi per fare molte cose. È mettere il proprio cuore, tutto pieno

d’amore, nell’azione presente. Augurami che mi venga del bene dalle mie creature,

augurami che oggi molte anime escano dal Purgatorio. Unisciti alla loro gioia di vedermi,

e alla mia gioia di vederle felici. Sali… Sali spesso al cielo».

14 settembre 1941 – Festa Patronale. Nella chiesa vuota. La decorazione di fiori naturali era

incantevole: “Sono contenta che il tuo altare sia così leggiadro!”. Lui:

«Quando era circondato di anime pie, come stamani, era ancora più bello. Non puoi

sapere. Non conosci la magnificenza di un’anima... è il soffio, lo spirito di Dio.

Non vi è nulla della materia, nemmeno di quella di un fiore. L’anima è spirito. E questa

bellezza dell’anima cresce a seconda delle vostre cure.

Uno sforzo, un desiderio, un atto d’amore, un atto di pazienza o di devozione o di rimpianto

che ti pare nulla, le dà istantaneamente un aspetto più meraviglioso.

Come una luce cui si aggiungesse un’altra luce, poi un’altra ancora.

Via via che le virtù aumentano, aumentano i meriti.

Voi dite che i vostri corpi cambiano ogni sette anni. Cosa direste della metamorfosi delle

vostre anime, fedeli alla Grazia? Ah! se ogni giorno si desse all’anima la stessa cura che si

dà al proprio corpo! Eppure, voi sapete che questo non è che un involucro di fango…».

“Signore, le anime dei miei familiari che non siano nella tua Grazia… Abbine pietà!”.

«Mettile spesso nella mia anima, in quella di mia Madre. Se il mio corpo, solo al toccarli,

guariva i corpi, non credi che anche la mia Anima abbia i suoi lati vincenti?

E i peccatori, non sono incessantemente nel mio pensiero? Se sono incatenato dalla mia

giustizia,

rompi le mie catene con una preghiera, con un sacrificio, con un gesto grazioso. Mi credi

insensibile ad un gesto di grazia della mia figliolina? Io, il più tenero, il più

compassionevole?

Oh! miei cari ladri di grazie! Come sono pronto a ringraziarvi delle vostre audacie…

Come mi auguro che mi derubiate ancora…

Molti credono che io sia il malvagio che ha solo desideri di vendetta. Io sono qui, con le

braccia e il Cuore aperti! Oh! miei cari peccatori, così attesi...».


11 ottobre 1941 —

«Hai notato? Perfino la sala in cui realizzavo il mio voto più caro, la mia Eucaristia,

perfino quella sala non era mia. Mi fu prestata: “Il maestro ne ha bisogno”. Ho dato

persino la mia tunica tessuta da mia madre. Renditi conto della mia povertà».

«Non credi che quando mi offri tutto sanguinante al Padre, con te, qualcosa avviene in

cielo e in terra? A cosa sarebbero serviti i miei dolori? E che ne fai della bontà del Padre?

Ogni preghiera ha una sua risonanza che tu non intendi. Chiedi. Chiedi…».

Durante la messa solenne.

«Quando un tuo amico del cuore è presente a una festa, tu godi quasi doppiamente di

questa festa, perché pensi: “Lui ode questa musica. Lui vede queste bellezze”. Pensa che il

tuo grande Amico è qui, sempre con te, e partecipa alla tua vita. Dividi tutto con Lui.

Questo raddoppierà la tua gioia di vivere. Ad ogni momento puoi pensare: “Il mio amico

può venirmi a cercare, se lo desidera”.

E la tua anima si preparerà al bacio dell’Incontro.

O dolce incontro!…

Il velo leggero si romperà e saremo uniti, per l’eternità. Senti la mia fretta!».