sexta-feira, 22 de fevereiro de 2013

L’Eterno Sacrificio della Santa Messa

  

«La Liturgia della Chiesa Cattolica ha valore e senso soltanto se è diretta a Dio», così è scritto nel libretto di Michael Davies (1936-2004), L’Eterno Sacrificio della Santa Messa, stampato dalle Suore Francescane dell’Immacolata (Monastero delle Murate – 06012 Città di Castello (PG), tel. 075/8555779, e-mail: francescanecittacastello@interfree.it.). Davies, noto nel mondo cattolico anglofono, è stato uno scrittore fecondo e apprezzato. In questo istruttivo testo troviamo il significato di Santo Sacrificio e le meraviglie contenute nel Vetus Ordo, dove la bellezza si sposa alla potenza. Scriveva il beato John Henry Newman (1801-1890): «Nulla è sì consolante, sì penetrante, sì emozionante, sì travolgente, come la Messa, nel modo in cui è celebrata da noi. Potrei attendere alla Messa continuamente, e non essere stanco. Non è semplicemente una formula di parole, è una grande azione, la più grande azione che ci possa essere sulla terra. È… l’evocazione dell’Eterno. Egli si rende presente sull’altare in carne e sangue, davanti al quale gli Angeli si prostrano e i demoni tremano».
L’anglicano Newman abbracciò Santa Romana Chiesa grazie anche alle Sante Messe a cui assistette durante i suoi soggiorni in Italia ed è altrettanto vero che la fede cattolica venne smantellata dai Protestanti anche attraverso la disgregazione del Santo Sacrificio dell’Altare. Nel 1943 il professor Dietrich von Hildebrand (1889-1977), fra i più grandi intellettuali cattolici del XX secolo, scrisse da parte sua un libro dal titolo Liturgia e Personalità, nel quale fece notare che la privazione di riverenza verso il divino in molte Messe del nuovo rito è un difetto da ricondurre all’era moderna e all’auto-esaltazione (antropocentrismo) dell’uomo contemporaneo.
L’autore scrisse che la Messa Tridentina «è penetrata più di ogni altra cosa dallo spirito di riverenza, e attira direttamente in questo spirito coloro che la vivono. La corretta e fondamentale relazione con Dio e con la creazione vive in tutte le sue parti… L’intera Liturgia è permeata di questa riverenza davanti alla majestas Domini, ossia della chiara consapevolezza del suo assoluto dominio e della constatazione che tutto riceviamo da Lui». Inoltre la Santa Liturgia «ci attira nel sacro reame dove non c’è posto per nessuna cosa profana» e perciò, coloro che si lasciano carpire nell’autentico spirito del Vetus Ordo saranno da essi plasmati e trasformati in ciò per cui siamo stati creati da Dio: morire con Cristo per risorgere con Lui. Nel Sacrificio eucaristico il sacerdote e la vittima si identificano, proprio come accadde a Cristo (Sommo Sacerdote) che si immolò sulla Croce (Altare) e in virtù della sua immolazione la strada per il Paradiso, che fu chiusa dal peccato originale, è stata riaperta.
Afferma dom Prosper Guéranger (1805-1875): «Terribile Sacrificio, quello cristiano, che ci trasporta sul Calvario e ci fa vedere che è stata la giustizia di Dio a voler una tal Vittima!» E il Signore, conoscendo la debolezza umana, ha voluto che questo stesso Sacrificio si perpetrasse, fino alla fine del mondo, proprio con la Santa Messa. La Sacra Liturgia della Messa Tridentina, «la cosa più bella da questa parte del cielo», ed è nostro dovere custodire tale eterna eredità e trasmetterla alle generazioni future, seguendo l’esempio del santo vescovo Atanasio (295 ca.-373), il quale non si lasciò piegare dalle tentazioni ariane; viaggiò in lungo e in largo offrendo il Santo Sacrificio, ordinando sacerdoti e predicando la vera Fede, che, come insegnava, «ci è venuta dal Signore attraverso i suoi discepoli. Che ciò che è stato preservato nella Chiesa dall’inizio fino ad oggi non sia abbandonato nei nostri tempi; ma ciò che è stato affidato alla nostra custodia non sia da noi preso in possesso indebitamente. Fratelli, come custodi dei misteri di Dio, spronatevi all’azione vedendo tutto ciò saccheggiato da altri».
Cristina Siccardi
Fonte: Corrispondenza Romana