sábado, 3 de dezembro de 2016

Divo Barsotti ' I cristiani vogliono essere cristiani '


     
  Interventi del Padre dagli anni '50 ai nostri giorni


    A cura di Paolo Canal
   
    Edizioni San Paolo, 2006
    347 pagine, ' 17,00



Ogni parola che volesse presentare questo testo sarebbe non solo inadatta, ma soprattutto inutile, è più saggio cedere la parola a questo testimone e maestro della fede e della spiritualità, recentemente scomparso.

Il segreto del cristiano
«A Taipei è stato chiesto ad alcuni giovani perché da cristiani fossero passati ad una setta alla ricerca di chissà cosa. La risposta: « è troppo difficile essere cristiano, per essere buddisti o induisti si richiede meno...». Commenta don Divo: «Certo: essere cristiano non è difficile, è impossibile, perché essere cristiano vuoldire abbracciare Dio e noi siamo piccoli, troppo piccoli». Che cosa si impone, allora, per essere cristiani? «Lo hanno detto sempre tutti i nostri maestri, soprattutto Agostino: l'umiltà. Tu devi sapere che non ti realizzerai mai fino in fondo, quello che compie le tue deficienze è la misericordia di Dio. Accetta di essere una povera anima, perdonata e amata liberamente da Dio. Ricordo quello che mi diceva Raimundo Panikkar (teologo asiatico ):
"Qual è la differenza che esiste fra un cristiano e un indÙ?
Gli occhi del cristiano si posano sulle cose e sugli uomini. L'indù invece fora le cose, il suo sguardo non si ferma su nulla: taglia. Egli è sicuro di sé".
È così. C'è un orgoglio profondo nel buddismo, nonostante tutta la bellissima benevolenza che lo contraddistingue; perché il buddista si sente già a posto, ha già conseguito tutto. Per il cristiano no . San Francesco, sulla Verna, dopo aver ricevuto le stigmate chiama Leone, si butta a terra e dice: «Tu, frate Leone, calpestami sulla bocca e dimmi che sono cattivo, peggiore di Lucifero». Ecco è l'umiltà che salva il cristiano, perché veramente c'è una sproporzione infinita fra quello che siamo e quello che dobbiamo credere».
Ancora. « Una delle cose più difficili per il cristiano è infatti credere di potere essere amati da Dio, questo Dio immenso, eterno che ha creato il cielo e la terra. Eppure lasciarsi amare da Dio è l'insegnamento dei nostri santi più grandi.
Come santa Teresa di Gesù Bambino: «Se avessi commesso tutti i peccati che si sono compiuti dall'inizio del mondo sino ad oggi non perderei di un grado la mia fiducia in Dio, ma mi getterei davanti al Signore". Perché chi crederà nell'amore scoprirà l'amore».
«L'amore di Dio non è determinato da quello che noi siamo, ma da quello che Lui è: per questo il suo amore è infinito. Se ci amasse per quello che noi siamo, quanto ci amerebbe? Ah, se i giovani sentissero questo! Molto spesso la nostra predicazione invece è stata moralistica, più o meno pelagiana: sei tu che devi fare, sei tu che devi conquistare il paradiso con le tue virtù e così via. Invece la nostra preghiera dev'essere diversa: "Signore, quando muoio voglio avere le mani vuote, perché devi riempirle tu; Se no, se sono piene delle cose che ho fatto io, cosa ti posso portare io?». «Credo che anche questo sia fondamentale per la nostra predicazione:
sentire veramente la grandezza del cristianesimo e avvertire non la difficoltà, ma l'impossibilità di realizzare gli ideali cristiani. Sì, è impossibile. Ma "questo Dio è maestro dell'impossibile", diceva Charles De Foucauld. Perché in fondo l'impossibile può farlo solo Lui. L'impossibile è il miracolo, e i miracoli li fa soltanto Dio. Noi siamo un miracolo permanente della Grazia per il fatto stesso che crediamo, ci affidiamo a Lui, per il fatto stesso che nonostante tutto noi speriamo nella vita immortale, che questo amore di Dio,ci doni la partecipazione alla sua medesima vita. Sono cose veramente straordinarie quelle che il cristianesimo ci insegna e ci fa vivere» .

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