segunda-feira, 30 de novembro de 2009

Alcune considerazioni del Cardinale Giuseppe Siri sulla Sacra Liturgia

[Brani tratti dalla lettera pastorale del 2 febbraio 1964].

Cari Confratelli, Diletti Figli! [...] la Chiesa ha voluto richiamare al mondo una verità tanto elementare quanto trascurata: il primo atto al quale sono tenuti gli uomini, come singoli e nella loro vita associata, è quello di rendere nell’intimo del cuore per la sincerità, nella pubblica espressione per la giustizia verso il Creatore, quel culto che Gli è dovuto come a dispositore di ogni cosa, salvatore ed eterno amore. Il culto solenne e pubblico a Dio sta prima del progresso, prima di ogni piacere e prima di ogni altro dovere sociale. Tutte le proporzioni si alterano nella vita individuale e sociale, quando questa legge non viene osservata ed il disordine, la insoddisfazione, la noia, la tristezza, la stessa disperazione si impossessano degli uomini e fanno impazzire gli stessi fatti della loro storia. Molti troveranno in questo la vera spiegazione del loro stato arido ed oscuro, pervaso di ombre e di inutili dolori. [...] la Liturgia è il primo strumento ordinario per la salvezza delle anime. Non vi sembri strano: il Santo Sacrificio, i Santi Sacramenti, la più grande preghiera, la erogazione della parola di Dio più autentica fanno parte della Divina Liturgia. Non solo, ma essa, col suo continuo dialogo con Dio, colla Vergine Madre nostra e coi Santi, ricostruisce sempre la famiglia di Dio, quella che resta al disopra delle nere vicissitudini umane. Colla Divina Liturgia, specialmente se capita e seguita, si insegna, si santifica, si eleva tutto.
fonte:cordialiter