terça-feira, 29 de setembro de 2009

Motivi del culto di San Michele


Motivi del culto di San Michele Stampa E-mail
Mercoledì 30 Settembre 2009 00:00

Motivi del culto di San MicheleNon solamente la Chiesa invita i fedeli ad essere devoti a San Michele, ma lo guarda come suo potente protettore, e lo invoca sovente nelle sue preghiere. Ha anche stabilito due feste solenni in suo onore: l'8 maggio ed il 29 settembre di ogni anno. Depositaria delle rivelazioni divine, essa sa che questo glorioso principe delle milizie celesti presiede, grazie a Dio, ai destini dei popoli cristiani, e che il suo celeste intervento è una fonte inesauribile di grazie nell'ordine fisico, morale e spirituale. Così essa raccomanda con insistenza la devozione a San Michele, il più capace di sterminare quelle sette maledette, figlie di Satana, che corrompono il mondo con le loro sovversive dottrine, la loro empia propaganda, la loro nefasta influenza sugli spiriti ed i cuori. Ascoltiamo i santi parlarci di questa devozione: "Lo zelo della nostra devozione a San Michele, dice San Dionigi, è come la misura della nostra personale ...

... santificazione e per la santificazione delle anime. - negligere questa devozione, aggiunge San Bernardo, è esporsi inevitabilmente alla dannazione eterna; praticarla è, al contrario, assicurarsi la salvezza e la suprema felicità".

San Liguori (Sant'Alfonso ndr. ) spiega così la sua stupefacente e così consolante parola: La devozione a San Michele è un segno di predestinazione. "La ragione è, egli dice, che San Michele, amando molto la salute dei suoi pii servitori, non soffrirà che un'anima che conserva verso di lui una particolare devozione, cada nella disgrazia di Dio; egli otterrà la forza di resistere agli attacchi dell'inferno. Se disgraziatamente quest'anima è caduta in passato in qualche grave colpa, dal momento in cui ella si raccomanda a questo potente protettore, egli le otterrà facilmente la grazia del perdono e della perseveranza; poiché la Chiesa attesta che, quando si onora San Michele, si partecipa ai suoi benefici ed alle preghiere che egli non cessa di rivolgere per quelli che lo servono, al fine di poter guidarle nel regno dei cieli: Cujus honor proestat beneficia populorum, et oratio perducit ad regna coelorum. Si notino queste parole: Cujus ... oratio perducit ad regna coelorum; esse significano che quando San Michele raccomanda un'anima a Dio, le ottiene la salvezza eterna. Così, San Lorenzo Giustiniani esorta tutti gli uomini a cercare di procurarsi la protezione di questo potente arcangelo, con delle preghiere ed altri pii omaggi, affinché egli le soccorra in tutti i bisogni dell'anima; poiché egli non può disdegnare le preghiere che gli si rivolgono, né stancarsi di proteggere quelli che confidano nella sua intercessione e che lo amano.

Se è salutare in ogni tempo pregare San Michele, non è necessario, nell'ora presente, ricorrere alla sua potente intercessione, chiedere a questo glorioso vincitore di Lucifero, a questo porta-stendardo di Cristo, di difendere la Chiesa e noi stessi nella lotta terribile, accanita, dei nemici di Dio contro la religione e le nostre anime? Tocca a colui che ha precipitato nell'inferno Satana e gli spiriti ribelli, ottenerci la vittoria in questo nuovo combattimento. "Quando lo spirito di inconseguenza, soffiato da Satana, ha detto un grande vescovo, si diffonde nel mondo piantandovi le radici dell'empietà e del vizio che generano tutti i mali, non vi è, per così dire, che una sola forza da opporvi: la devozione a San Michele, devozione risalente all'origine dei tempi e che produce gli effetti più meravigliosi sull'ateismo, sotto qualsiasi forma essa si presenti". Mons. Mermillod esprime lo stesso pensiero. "Nel momento, egli dice, in cui le società traballano, poiché hanno disconosciuto i diritti di Dio, occorre ricordare la devozione all'arcangelo che ha gettato il grido di vittoria: "Quis ut Deus? Chi è simile a Dio?".

Era anche l'opinione di San Francesco di Sales, di Pio IX e di molti altri pontefici, come lo è ancora oggi dell'illustre e chiaroveggente Leone XIII, Sua Santità il Papa. Secondo essi, il culto di San Michele è il grande rimedio contro il disprezzo dei diritti divini, contro la ribellione, contro lo scetticismo, il materialismo e la negazione assoluta di Dio. Ricorriamo dunque a San Michele; prendiamo la pia abitudine di invocarlo spesso; preghiamolo, nelle nostre debolezze, nelle nostre tentazioni, di difenderci contro la malizia dei nostri nemici, di svelare i loro tranelli, i loro artefici; di renderci insensibili alle loro seduzioni e sordi alle loro perfide insinuazioni; reclamiamo soprattutto la sua assistenza per quel terribile momento in cui la vita non ci apparirà più che come un sogno vicino al finire, in cui tutte le speranze della terra svaniranno per noi, in cui tutte le illusioni si dissiperanno ai primi raggi del grande giorno dell'eternità, giungendo alla nostra anima tremante in mezzo alle angosce dell'agonia e degli spaventi della morte. Che San Michele ed il nostra Santo Angelo Custode ci fortifichino, ci rassicurino allora coprendoci con le loro ali, e che conducano la nostra anima a Dio! Per meritare questa grazia, questa insigne protezione del glorioso arcangelo, ridiciamo oggi, nella sincerità del nostro cuore, quella bella parola del cardinale Pio: Accetto con gioia il dovere di invocare San Michele più fedelmente ogni giorno, come protettore della Chiesa e della nostra nazione, come avvocato dell'anima mia presso il sovrano giudice!

Tratto da "L'Angelo Custode", Luglio 1895, pp. 75-78


fonte:pontifex.roma