segunda-feira, 29 de junho de 2009

I media cattolici e gli stessi sacerdoti facciano conoscere maggiormente Cristo e confessino al posto di occuparsi di politica. Si favoriscano maggiormente i sacramenti e nessuno si erga a giudice


I media cattolici e gli stessi sacerdoti facciano conoscere maggiormente Cristo e  confessino  al posto di occuparsi di politica. Si favoriscano maggiormente i sacramenti  e nessuno si erga a giudice" I media cattolici, senza generalizzare, farebbero bene a diffondere il messaggio di Gesù Cristo. Dal canto loro ,i sacerdoti meglio farebbero a fortificare il sacramento della confessione invece che di occuparsi di politica o di tante altre cose": il noto teologo don Nicola Bux si sofferma sulla " sparata" di Famiglia Cristiana sul tema della ormai nota inchiesta barese. " Premetto che non conosco bene il contenuto di quello che ha scritto Famiglia Cristiana". Dopo una..ripassatina don Bux afferma: " forse sarebbe meglio ascoltare un teologo esperto di morale,comunque ci provo". Iniziamo ,allora: " sembra un poco di essere tornati ai tempi di Giovanni il Battista quando pubblicamente e con clamore si bacchettavano i vizi di Erode, poi è arrivato Cristo ed ha cambiato il metodo". In questo: " i seguaci di Cristo,a differenza di quelli del Battista,pronti a fustigare i costumi, sono maggiormente propensi alla misericordia ...

... e al perdono. Qual che importa a Cristo e dunque alla Chiesa, non è tanto mettere all'indice il peccatore,quanto la sua conversione e il recupero. E la conversione è solo figlia della misericordia e della pazienza". Poi aggiunge: " Cristo non è stato mai un moralizzatore ed anzi era contro ogni forma di moralismo dei costumi. Cristo è venuto sulla terra per convertire, non per condannare o lapidare i peccatori". Come si arriva però alla conversione?: " la conversione è figlia diretta della grazia di Dio. Senza la grazia di Dio da una parte e la libertà che Dio lascia all'uomo, non si arriva da nessuna parte. Bisogna saper comprendere e capire l'importanza del primato della grazia su tante preoccupazioni terrene".

Famiglia Cristiana ha tuonato contro le presunte disavventure di Berlsuconi: " la distinzione rigorosa tra pubblico e privato per i cristiani non ha senso, anzi sembra piuttosto protestante. Se bene leggiamo le Scritture, Cristo non ha mai speso una parola esplicita sulla immoralità dell'Impero romano. Ma la moralità è sempre figlia della fede. Senza fede ,non esiste etica, se la fede manca, di riflesso anche la morale è appannata". Poi si sofferma su un tema particolarmente caro ,ovvero l'importanza de sacramento della confessione: " già varie volte il Papa ha richiamato l'attenzione su questo sacramento. Bene ,se oggi ci si confessa poco, è anche colpa dei sacerdoti. Molti dimenticano che la prima missione del prete è amministrare i sacramenti, non occuparsi freneticamente di altre cose come la politica, la cultura e altro. Indubbiamente non sta male, ma la cosa diviene censurabile quando dette occupazioni fanno trascurare il dovere principale".

Poi dedica un pensiero a Famiglia Cristiana: " l'occasione mi serve per affermare che i mezzi di informazione cattolici facciano conoscere maggiormente e con la stessa forza il Vangelo e la Parola di Dio,aiutino la gente a convertirsi. Riscoprano la loro funzione di ammnistratori della confessione e non quella di declamatori dei pubblici peccati. Insomma ,si chiede al prete di non giudicare. I cattivi costumi, quando conclamati, si giudicano da soli. Fare del moralismo sterile non ha molto senso".

Bruno Volpe

fonte:pontifex.roma